Quando parliamo di desiderio, spesso ci viene in mente qualcosa di semplice: una voglia, una spinta, un impulso da soddisfare. Ma il desiderio è molto di più. Non è solo un bisogno da placare. È anche attesa, ricerca, immaginazione. È una stella che brilla lontano — e che a volte non si vede, ma che ci muove lo stesso.
Già l’etimologia ce lo dice: “desiderio” viene da de-sidera, ovvero “mancanza delle stelle”. Il desiderio nasce proprio lì, in quella mancanza. In uno spazio dove manca qualcosa ma c’è la voglia — e il coraggio — di cercarla.
Desiderio vs. Bisogno
Viviamo in una società che corre, che ci vuole sempre prontə, reattivə, soddisfattə subito. In questo contesto, il bisogno è il protagonista: urgente, pratico, da risolvere subito. Il desiderio, invece, è lento. Ha a che fare con l’assenza, con il tempo, con il vuoto.
Il bisogno grida. Il desiderio sussurra.
Eppure è proprio questo sussurro che ci rende umani, che ci spinge a esplorare, a sentire, a connetterci.
Il desiderio sessuale non è sempre lì, ma non è sparito
Spesso in studio mi capita di ascoltare persone che si chiedono: “Perché non ho più desiderio?”, oppure: “Perché il mio/la mia partner ha più voglia di me, o meno?”
Intanto: è normalissimo non avere sempre lo stesso livello di desiderio.
Il desiderio è mutevole, ciclico, influenzato da mille fattori: lo stress, le relazioni, i farmaci, il sonno, il corpo, il tempo che dedichiamo a noi stessə.
E no, non è sempre un problema.
Lo diventa quando crea disagio, conflitto, distanza.
Tipi di desiderio
Il desiderio sessuale può manifestarsi in tante forme:
- Mentale – nasce da fantasie, immagini, pensieri.
- Corporeo – stimolato dal contatto fisico, dal tocco, dalla pelle.
- Relazionale – si accende con la presenza di qualcunə, uno sguardo, un odore, una voce.
Spesso queste dimensioni si intrecciano, si nutrono a vicenda. A volte, invece, una prende il sopravvento o manca del tutto.
Quando il desiderio cala
Si parla di disturbo del desiderio sessuale ipoattivo quando il calo è persistente, genera disagio o difficoltà relazionali e non è causato da patologie organiche o sostanze.
Oppure di disturbo da avversione sessuale quando ci si sente a disagio o si evita attivamente il contatto genitale.
Anche in questi casi, la radice può essere complessa:
- conflitti interni,
- paure legate al piacere,
- esperienze negative,
- vergogna,
- comunicazione assente o carente,
- insoddisfazione relazionale,
- ansia da prestazione.
E no, non sempre tutto dipende dalla coppia. A volte il corpo non risponde, altre volte è la testa che si è spenta. E tutto questo è degno di attenzione, non di giudizio.
E se non si ha voglia? Si può fare sesso con se stessə.
Sì, l’ho detto.
Masturbarsi non è un fallimento.
Non è una soluzione di ripiego. È un modo per restare in contatto con il proprio corpo e il proprio piacere. E se la/il partner non è disponibile (perché stanca, stanco, malatə, semplicemente non ha voglia), non c’è nulla di male nell’autoerotismo. Anzi: può alleggerire la relazione e toglierle un po’ di pressione.
Spoiler: non sempre si parte già eccitatə
Per qualcunə il desiderio arriva dopo: inizia a toccarsi, poi arriva l’eccitazione. Altri hanno bisogno di tempo, delicatezza, gioco, atmosfera. Altri ancora si sentono irritati o troppo stimolati se si parte subito “a bomba”.
Ogni corpo ha un suo ritmo. Ogni desiderio un suo tempo.
Il desiderio non è una promessa da mantenere, è una possibilità da ascoltare
Il desiderio non è un dovere, ma una porta che si può scegliere di aprire.
Non sempre lo sentiamo, e non per questo siamo “rotti” o “freddi”.
A volte si spegne perché non gli diamo ascolto. A volte, perché abbiamo troppo rumore intorno.
Se senti che il tuo desiderio è cambiato, se non sai più dove è finito o se vuoi semplicemente parlane in uno spazio sicuro, io ci sono.
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