Violenza psicologica: quando le ferite non si vedono (ma fanno male lo stesso)

da | Set 9, 2025 | Psicologia | 0 commenti

C’è una forma di violenza che non lascia lividi, non rompe ossa, non fa rumore. Ma scava, consuma, svuota. Si chiama violenza psicologica, ed è subdola, silenziosa, devastante.
Si infiltra nei rapporti come una nebbia, all’inizio sottile, quasi impercettibile. Ma quando ti accorgi che qualcosa non va, spesso sei già dentro. Dentro una relazione dove esiste svalutazione, controllo e colpevolizzazione.

Cos’è davvero la violenza psicologica

Non è solo una relazione disfunzionale. Non è solo una persona che ha un brutto carattere o che si comporta male. È un insieme di comportamenti che mirano a ledere l’identità altrui, a smontarla pezzo per pezzo:

  • il mancato ascolto,
  • l’isolamento dagli affetti,
  • le minacce,
  • la derisione,
  • l’umiliazione pubblica e/o privata,
  • il ricatto emotivo,
  • frasi che ti fanno sentire troppo sensibile, incapace, che stai esagerando .

E tutto questo può accadere anche senza che venga alzato un dito.
Ecco perché è così difficile da riconoscere. E anche da raccontare.

“Ma non ti ha mai messo le mani addosso…”

Questa frase — quante volte l’abbiamo sentita — è una delle più pericolose.
Perché sottintende che la violenza sia solo quella fisica. E che se non ci sono segni visibili, non c’è un problema.
Invece no: la violenza psicologica è reale, fa male e può distruggere l’autostima, la libertà, la salute mentale.

Spesso parte da piccoli controlli. Qualche esempio:

  • “Con chi esci?”
  • “Perché non mi hai risposto subito?”
  • “Questa persona ti scrive un po’ troppo, non ti pare?”
  • “Se mi amassi davvero, lo faresti.”

Da qui si può passare alla gelosia patologica, alle accuse, ai silenzi punitivi, alle offese, fino al disprezzo e alla totale svalutazione.

Non è amore se ti fa sentire una nullità

In molte relazioni violente si instaura una dinamica di dominio e possesso, dove l’altra persona non è più percepita come tale, ma come una proprietà. un oggetto da controllare, da correggere, da spegnere.

E no, non è sempre facile andarsene. Chi subisce violenza psicologica spesso percepisce confusione, indebolimento, perfino paralisi. Ci vuole anche tempo per rendersene conto, non è affatto automatico.
A volte chi la subisce non ha più la forza, altre volte pensa addirittura di meritarselo. E poi c’è la vergogna, il senso di colpa, il giudizio altrui.

Ma la verità è semplice e chiara: nessuno merita di subire l’annullamento.

Violenza è anche questa. E va chiamata col suo nome.

La violenza psicologica è una forma di abuso. Anche se la società fatica a riconoscerla, anche se il tuo contesto la normalizza, anche se non ci sono segni sul corpo.

Parlarne è il primo passo. Chiedere aiuto è già un atto di coraggio.

Se vivi o hai vissuto questo tipo di esperienza, oppure se hai bisogno di un confronto, uno spazio sicuro esiste.
Scrivimi. Ci sono.
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