C’è una forma di violenza che non lascia lividi, non rompe ossa, non fa rumore. Ma scava, consuma, svuota. Si chiama violenza psicologica, ed è subdola, silenziosa, devastante.
Si infiltra nei rapporti come una nebbia, all’inizio sottile, quasi impercettibile. Ma quando ti accorgi che qualcosa non va, spesso sei già dentro. Dentro una relazione dove esiste svalutazione, controllo e colpevolizzazione.
Cos’è davvero la violenza psicologica
Non è solo una relazione disfunzionale. Non è solo una persona che ha un brutto carattere o che si comporta male. È un insieme di comportamenti che mirano a ledere l’identità altrui, a smontarla pezzo per pezzo:
- il mancato ascolto,
- l’isolamento dagli affetti,
- le minacce,
- la derisione,
- l’umiliazione pubblica e/o privata,
- il ricatto emotivo,
- frasi che ti fanno sentire troppo sensibile, incapace, che stai esagerando .
E tutto questo può accadere anche senza che venga alzato un dito.
Ecco perché è così difficile da riconoscere. E anche da raccontare.
“Ma non ti ha mai messo le mani addosso…”
Questa frase — quante volte l’abbiamo sentita — è una delle più pericolose.
Perché sottintende che la violenza sia solo quella fisica. E che se non ci sono segni visibili, non c’è un problema.
Invece no: la violenza psicologica è reale, fa male e può distruggere l’autostima, la libertà, la salute mentale.
Spesso parte da piccoli controlli. Qualche esempio:
- “Con chi esci?”
- “Perché non mi hai risposto subito?”
- “Questa persona ti scrive un po’ troppo, non ti pare?”
- “Se mi amassi davvero, lo faresti.”
Da qui si può passare alla gelosia patologica, alle accuse, ai silenzi punitivi, alle offese, fino al disprezzo e alla totale svalutazione.
Non è amore se ti fa sentire una nullità
In molte relazioni violente si instaura una dinamica di dominio e possesso, dove l’altra persona non è più percepita come tale, ma come una proprietà. un oggetto da controllare, da correggere, da spegnere.
E no, non è sempre facile andarsene. Chi subisce violenza psicologica spesso percepisce confusione, indebolimento, perfino paralisi. Ci vuole anche tempo per rendersene conto, non è affatto automatico.
A volte chi la subisce non ha più la forza, altre volte pensa addirittura di meritarselo. E poi c’è la vergogna, il senso di colpa, il giudizio altrui.
Ma la verità è semplice e chiara: nessuno merita di subire l’annullamento.
Violenza è anche questa. E va chiamata col suo nome.
La violenza psicologica è una forma di abuso. Anche se la società fatica a riconoscerla, anche se il tuo contesto la normalizza, anche se non ci sono segni sul corpo.
Parlarne è il primo passo. Chiedere aiuto è già un atto di coraggio.
Se vivi o hai vissuto questo tipo di esperienza, oppure se hai bisogno di un confronto, uno spazio sicuro esiste.
Scrivimi. Ci sono.
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